Un camaleonte con la bronchite
C. è un paziente africano a cui stiamo facendo terapia intramuscolare per una brutta bronchite e a cui monitorizziamo un’ipertensione arteriosa scompensata.
Giorni fa respirava a fatica, oggi invece ci ha stupito con effetti speciali facendoci entrare nel mondo della fantasia e delle favole tramandate in Camerun.
Una settimana fa si è sentito male, ed è arrivato allo Sportello Sanitario respirando a fatica, con tosse, febbre, tampone per Sars-Cov-2 negativo, e visibilmente agitato.
Erano almeno un paio d’anni che non veniva a farsi visitare, anche se passava regolarmente a ritirare la ricetta per il farmaco anti-ipertensivo.
Gli misuriamo la pressione più volte ad entrambe le braccia, e troviamo valori molto elevati: la media è 195/105!
Immediatamente diamo un diuretico e lo teniamo sotto osservazione; nel corso dell’ora successiva, la pressione cala e la frequenza cardiaca migliora.
Quando è stabile lo mandiamo a comprare delle fiale di antibiotico e lo invitiamo a tornare per iniziare subito la terapia. Passa mezz’ora, ma ancora non si vede…
Purtroppo la “perdita” dei pazienti qui è una prassi: tante persone non italiane spesso sottovalutano le proprie condizioni e appena si sentono meglio non è raro che, nonostante la nostra insistenza, non si vedano più fino alla prossima emergenza.
Stavolta, invece, ecco C. che entra dalla porta! Ha dovuto girare varie farmacie, ma è tornato “vincitore” con le medicine.
Con qualche giorno di terapia sta molto meglio e, dopo l’abituale puntura, ci trasporta all’interno di racconti pieni di animali esotici e dei loro insegnamenti.
Ci parla dei fenicotteri rosa, una delle più antiche famiglie di uccelli gregari: dice che c’è un lago salato in Africa dove si raduna la maggior parte degli esemplari per far nascere i propri piccoli, e che dopo circa un mese i gruppi ricominciano a spostarsi, ma i pulcini ancora non sanno volare… E allora ci descrive come migliaia di pulcini riescono a camminare in fila e a seguire un’unica maestra-fenicottero per molte miglia.
Secondo C., in questa immagine, ci sono alcune regole della vita (migratoria) da insegnare allə bambinə: “Bisogna restare compatti e ordinati; se bisticci, se ti distrai, se non vuoi camminare, ti perdi e resti indietro… guarda che è peggio per te, perché ci sono sempre una iena o un marabù pronti ad approfittarne”. Una frase spietata… tanto quanto è spietato il mondo?
C. usa le abitudini dei fenicotteri rosa come metafora per spiegare la necessità di vivere al tempo giusto, illuminandoci con queste parole: “Il passato non esiste, il futuro non esiste, esiste solo il presente. Se lo vivi, ti prepari anche per il futuro. Se non lo vivi, resti indietro” intendendo che è importante non perdersi, studiare a scuola, e seguire l’esempio e i consigli degli adulti, rispettandoli.
Fa il confronto tra le mamme italiane che tengono di solito lə figliə accanto (e per mano) quando si è in giro, mentre – nella sua esperienza – le mamme africane tendono a farlə camminare dietro, per evidenziare quanto, nella sua cultura, è importante imparare guardando e seguendo l’esempio, e che spesso non sarebbe necessario “parlare” perché si possono trasmettere amore e conoscenza anche senza tanti discorsi.
Ci trascina tra suoni africani e movimenti che seguono il ritmo con tutto il corpo, sottolineando quanto sia fondamentale far ballare lə nostrə bambinə “troppo immobili” e propone di venirci ad aiutare per provare questa attività in biblioteca con piccolə e genitori. Noi non aspettiamo altro!
Per concludere, ci proietta nella considerazione che l’integrazione si può comprendere imparando dal saggio camaleonte, capendo che saper cambiare colore al momento giusto è una virtù, narrando: “Il camaleonte, quando arriva in un posto nuovo, si guarda intorno e si chiede: cosa fanno gli altri qui? Allo stesso modo, se arrivi in un nuovo villaggio, ti informi: quali sono le prime cose che devi apprendere? Innanzitutto, a parlare la lingua del posto e a mangiare il cibo del posto.”
C. lavora con i minori stranieri non accompagnati, e insegna loro che vivere in un altro Paese può essere un’occasione di gioia e benessere: non serve fossilizzarsi sulle proprie abitudini, ma guardare ciò che accade in Italia, trovare cosa può piacere (ad esempio, a chi non piace mangiare gli spaghetti?!) e cambiare colore con tranquillità, rimanendo sempre camaleonti!
Ci ha raccontato anche storie di elefanti, tartarughe, scoiattoli… ma le custodiamo come tesori preziosi per noi.
Quando torna al controllo, la tosse è praticamente sparita e la radiografia è negativa per polmonite in atto, ma ci sono alterazioni di tipo bronchitico-enfisematoso, tipiche dei tabagisti: ci rivela solo adesso che fuma da vent’anni! “Ma che ci combini C., basta col tabacco!”
Anche la pressione persiste a valori troppo elevati, quindi modifichiamo leggermente la terapia.
Tornerà fra qualche settimana per consegnare il diario pressorio e fare una spirometria.
Riflettendoci a fine giornata, mentre chiudiamo la porta dello studio, ci accorgiamo che il lavoro del nostro Sportello Sanitario è speciale anche perché, fra un colpo di tosse e l’altro, riusciamo a trovare il tempo per ascoltare storie variopinte, e c’è tanta voglia di dare spazio alle sfaccettature culturali di tuttə lə nostrə pazienti.
A cura della dott.ssa Luisa Perfetto